Giurisprudenza Avvocati (al 30/11/2019)
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Giurisprudenza Avvocati (al 30/11/2019)
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PROCEDIMENTO
Oggetto: Comunicazioni - Posta elettronica certificata - Fattispecie
ordinanza 26705, sezione Sesta - 2 del 21-10-2019
La ricevuta di avvenuta consegna (Rac) rilasciata dal gestore di posta elettronica certificata del destinatario, seppure non assurga a quella “certezza pubblica” propria degli atti facenti fede fino a querela di falso, «costituisce documento idoneo a dimostrare, fino a prova contraria, che il messaggio informatico è pervenuto nella casella di posta elettronica del destinatario.
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AVVOCATO E PROCURATORE
Oggetto: Onorari - Liquidazione da parte del giudice - Opposizione a decreto ingiuntivo - Parere di congruità dell’Ordine - Natura vincolante per il giudice - Esclusione - Onere del professionista di dimostrare la pretesa - Sussistenza.
ordinanza 26860, sezione Seconda del 22-10-2019
Il parere dell’Ordine degli avvocati sulla congruità della parcella non è vincolante nel giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo. Spetta al professionista dimostrare il fondamento della pretesa fornendo al giudice tutti gli elementi per consentire la verifica delle attività effettivamente svolte.
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DEPOSITO DI ATTI - DELLA COPIA AUTENTICA DELLA SENTENZA IMPUGNATA - Tempestivo deposito della copia della relata della notificazione telematica e del corrispondente messaggio pec - prive di attestazione di conformità - Possibilità di deposito dell’attestazione fino all’udienza.
sentenza 26951, sezione Seconda del 22-10-2019 (C.p.c. art. 325, 369, 372)
Ai fini della procedibilità del ricorso per cassazione si palesa comunque necessario il tempestivo deposito della copia della relata della notificazione telematica e del corrispondente messaggio pec con annesse ricevute, ancorché prive di attestazione di conformità del difensore oppure con attestazione priva di sottoscrizione autografa, posto che solo in tal caso è dato al ricorrente provvedere al deposito sino all’udienza dell’attestazione di conformità del messaggi cartacei.
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Riscossione - Rottamazione delle cartelle - Compensazione delle spese del processo fiscale dichiarato estinto - Sussiste.
ordinanza 26928, sezione Tributaria del 22-10-2019
Spese del processo fiscale compensate quando il giudizio si estingue per avere il contribuente aderito e pagato tutte le rate della rottamazione delle cartelle
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ASSISTENZA E DIFESA
Oggetto: Procura alle liti - Presunzione di cui all’articolo 83, comma quarto, Cpc - Applicabilità al processo tributario - Sussistenza - Formula «in ogni fase del giudizio» - Superamento della presunzione - Idoneità
ordinanza 27298, sezione Quinta del 24-10-2019 (D.lgs 31.12.1992 n. 546, art. 1) (C.p.c. art. 83)
La procura speciale al difensore abilitato all’assistenza tecnica davanti al giudice tributario rilasciata in primo grado con riferimento ad «ogni fase del giudizio», in assenza di espressioni limitative, esprime la volontà della parte di estendere il mandato all’appello e, quindi, implica il superamento della presunzione di conferimento solo per il primo grado del processo, ai sensi dell’articolo 83, comma 4, Cpc, applicabile al processo tributario in virtù del generale rinvio alle norme del codice di rito contenuto nell’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 546/1992.
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PENSIONI
Oggetto: Cassa nazionale di previdenza e assistenza forense - Pensione indiretta - Coniuge superstite all’iscritto - Iscrizione continuativa per dieci anni - Necessità - Non sussiste.
sentenza 27392, sezione Lavoro del 25-10-2019 (L. 20.09.1980, n. 576, art. 7)
In tema di pensione indiretta al coniuge superstite all’iscritto alla Cassa nazionale di previdenza e assistenza forense, premesso il discrimine anagrafico dell’iscrizione alla Cassa da data anteriore al quarantesimo anno di età, il legislatore ha posto il limite insuperabile del decennio effettivo d’iscrizione e contribuzione, così selezionando gli aspiranti al beneficio del trattamento indiretto tra i superstiti dei soli professionisti che potessero vantare detta condizione, al momento del decesso, ed escludendo, per converso, i superstiti di professionisti sprovvisti dell’effettivo decennio d’iscrizione e contribuzione, non risultando necessaria l’iscrizione continuativa per almeno dieci anni ininterrotti
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AVVOCATO E PROCURATORE
Oggetto: Avvocati - Previdenza forense - Dichiarazione dei redditi - Importo superiore a quello comunicato alla Cassa forense - Recupero delle somme - Prescrizione - Decorrenza - Dalla scoperta della frode - Susistenza.
sentenza 27393, sezione Lavoro del 25-10-2019
In tema di previdenza forense, se l’avvocato dichiara al fisco redditi superiori a quelli indicati alla Cassa è sospeso il decorso della prescrizione. In presenza di una condotta dolosa del professionista, infatti, l’ente è tenuto ad attivarsi tempestivamente solo dopo la scoperta della frode.
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RICORSO IN CASSAZIONE
Oggetto: Cessazione della materia del contendere - Raddoppio del contributo unificato - Esclusione.
sentenza 27386, sezione Lavoro del 25-10-2019 (D.p.r. 30.05.2002, n. 115, art. 13) (L. 24.122012, n. 228, art.1)
In tema di impugnazione, il meccanismo sanzionatario del raddoppio del contributo unificato è applicabile solo laddove il procedimento per cassazione si concluda con integrale conferma della statuizione impugnata, ovvero con la “ordinaria” dichiarazione di inammissibilità del ricorso, non anche nell’ipotesi di declaratoria di inammissibilità sopravvenuta di quest’ultimo per cessazione della materia del contendere, determinando essa la caducazione di tutte le pronunce emanate nei precedenti gradi di giudizio e non passate in cosa giudicata, essendo a tali fini irrilevante la successiva valutazione della virtuale fondatezza, a meno, del ricorso in quanto avente esclusivo rilievo in merito alla regolazione delle spese del giudizio di legittimità
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Avvvocato - Previdenza - Diritto dei superstiti alla pensione indiretta - Condizioni - Requisiti anagrafico e contributivo - Sufficienza - Continuità dell’iscrizione - Esclusione - Fondamento
Cassazione civile, sez. IV, lavoro, 25 Ottobre 2019, n. 27392. Pres. Manna. Est. Rossana Mancino.
In materia di previdenza forense, ai fini dell'insorgenza del diritto alla pensione indiretta dei superstiti del professionista deceduto in costanza di attività, sono sufficienti i requisiti dell'assolvimento, da parte dell'iscritto, dell'obbligo contributivo per almeno dieci anni e dell'iscrizione alla Cassa da data anteriore al quarantesimo anno previsti dall'art. 7, commi 3 e 4, della l. n. 576 del 1980, non essendo, invece, necessario che la contribuzione nel periodo decennale sia stata ininterrotta, giacché la continuità dell'iscrizione, richiesta dal quarto comma della disposizione citata, deve essere riferita esclusivamente al requisito anagrafico ivi previsto, non potendo essere estesa al requisito contributivo di cui al terzo comma, in difetto di elementi di raccordo che consentano una lettura combinata delle due norme. (massima ufficiale)
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PREVIDENZA E ASSISTENZA
Oggetto: Cassa forense - Comunicazione del reddito professionale ai fini Irpef e del volume d’affari ai fini Iva (cd. modello 5) - Prescrizione quinquennale - Termine - Decorso - Dies a quo
sentenza 27509, sezione Lavoro del 28-10-2019 (L. 20.09.1980, n. 576, art. 17, 23)
In tema di sanzione all’iscritto alla Cassa forense che non abbia inviato il cd. modello 5 con la comunicazione del reddito professionale ai fini Irpef e del volume d’affari ai fini Iva deve ritenersi che il decorso del termine per l’esercizio della potestà sanzionatoria della Cassa debba essere ancorato al compimento del tempo concesso all’iscritto per assolvere l’obbligo di comunicazione dei dati reddituali, dovendosi riconnette il decorso della prescrizione della sanzione amministrativa pecuniaria in esame al giorno cui è stata commessa la violazione, vale a dire allo scadere dei trenta giorni dalla data prescritta per la presentazione della dichiarazione annuale dei redditi, va ribadito non rinvenendosi, nella diversa tesi patrocinata dalla Cassa, argomenti decisivi per sottoporlo a rivisitazione.
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AVVOCATO E PROCURATORE
Oggetto: Onorari - Compenso dovuto dal cliente - Congruità in base alla condanna alle spese - Legittimità - Esclusione - Determinazione in base ad altri criteri - Necessità.
ordinanza 27591, sezione Terza del 29-10-2019
L’onorario dovuto dal cliente all’avvocato non si può ritenere congruo sulla base della condanna alle spese. La misura del compenso del legale, infatti, prescinde dalle statuizioni del giudice contenute nella sentenza e va determinata in base a criteri diversi da quelli che regolano la liquidazione delle spese tra le parti.
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SPESE GIUDIZIALI
Oggetto: Controversia definita a seguito di transazione fra le parti - Valore della causa - Domanda giudiziale - Al momento iniziale della lite - Sussiste
sentenza 27789, sezione Seconda del 30-10-2019 (C.p.c. art. 10, 14)
In caso di controversia definita a seguito di transazione fra le parti, il valore della causa, ai fini della liquidazione degli onorari spettanti all'avvocato nei confronti del cliente, si determina, in base alle norme del codice di procedura civile, avendo riguardo soltanto all’oggetto della domanda, considerata al momento iniziale della lite, per cui nessuna rilevanza può attribuirsi alla somma concretamente liquidata dal giudice in sentenza, ovvero realizzata dal cliente a seguito di transazione.
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PREVIDENZA E ASSISTENZA
Oggetto: Cassa italiana previdenza e assistenza per i geometri liberi professionisti - Iscritto ormai pensionato - Cessata attività - Mancata tempestiva comunicazione - Esercizio continuativo della professione - Onere della prova - A carico della Cassa - Sussiste.
ordinanza 28109, sezione Lavoro del 31-10-2019 (L. 20.10.1982, n. 773, art. 22)
Deve essere annullata la cartella esattoriale notificata dalla Cassa italiana previdenza e assistenza per i geometri liberi professionisti all’iscritto ormai pensionato per il pagamento del contributo minimo integrativo sul rilievo della non tempestiva comunicazione della cessata attività, disponendo la legge 773/82 all’articolo 22 l’obbligo di iscrizione per coloro che esercitano con carattere di continuità la libera professione, con onere della prova della sussistenza di tali presupposti a carico della Cassa, contenuto precettivo questo su cui non può incidere l’autonomia regolamentare della Cassa, intervenendo ad ancorare gli obblighi contributivi ad altri presupposti e ad invertire il relativo onere della prova.
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RICORSO IN CASSAZIONE
Oggetto: Argomenti difensivi - Irragionevole implausibilità - Abuso del processo - Sussiste.
ordinanza 28405, sezione Sesta - 3 del 05-11-2019 (C.p.c. art. 96)
Il ricorrente deve essere condannato per abuso del processo a pagare alla controparte una somma pari alle spese del giudizio di legittimità attesa l’irragionevole implausibilità degli argomenti difensivi proposti in detta sede.
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Avvocati - Onorari - Liquidazione - Riduzione per identità di posizioni processuali - Applicazione anche per l’attività stragiudiziale - Sussistenza.
sentenza 28488, sezione Seconda del 06-11-2019
È applicabile analogicamente all’attività stragiudiziale l’art. 5, quinto comma, del D.M. n. 585 del 1995, il quale prevedeva (nel vecchio regime delle tariffe professionali forensi, ma la norma è stata sostanzialmente riprodotta, anche se formulata in modo differente, nell’art. 4, comma quarto, del D.M. n. 44 del 2014) che, in presenza di una identità di posizioni processuali e ove fosse necessario l’esame di distinte questioni di fatto e di diritto, il compenso spettante al difensore per ogni parte assistita potesse essere ridotto del trenta per cento. È quanto si legge nella sentenza della Cassazione del 6 novembre 2019, n. 28488.
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NOTIFICAZIONI
Oggetto: Per posta elettronica certificata - Citazione a giudizio - Documento allegato - Difformità dal dovuto - Onere della prova - Contenuto della busta telematica - Accesso all’ufficio mittente - Necessità - Sussiste.
sentenza 45130, sezione Quinta del 06-11-2019 (C.p.p. art. 601)
Nella notificazione dell’atto di citazione a giudizio per posta elettronica certificata deve ritenersi quanto all’onere probatorio circa la difformità o la completa diversità tra il documento allegato e quello che si assume dovesse essere trasmesso che esso non possa essere assolto con la mera deduzione dell’incompletezza o non corrispondenza all’originale scansito, tenuto conto dell’affidabilità del sistema attraverso il quale la notifica telematica è assicurata, nonché della verificabilità, a cura della parte che intende dedurla, del contenuto della cosiddetta busta telematica, mediante accesso all’ufficio mittente della notifica.
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COLPA PROFESSIONALE
Oggetto: Avvocato - Atti interruttivi della prescrizione - Mancato compimento - Diligenza del professionista di media attenzione e preparazione - Esigibilità - Sussiste
ordinanza 28629, sezione Civile del 07-11-2019 (C.c. art. 1176)
Ai fini del giudizio di responsabilità nei confronti dell’avvocato, rilevano le modalità dello svolgimento della sua attività in relazione al parametro della diligenza fissato dall’articolo 1176, secondo comma, Cc, che è quello della diligenza del professionista di media attenzione e preparazione. Sotto tale profilo, rientra nell’ordinaria diligenza dell’avvocato il compimento di atti interruttivi della prescrizione del diritto del suo cliente, i quali, di regola, non richiedono speciale capacita tecnica, salvo che, in relazione alla particolare situazione di fatto, che va liberamente apprezzata dal giudice di merito, si presenti incerto il calcolo del termine. Mentre non ricorre tale ipotesi allorché l’incertezza riguardi non già gli elementi di fatto in base ai quali va calcolato il termine, ma il termine stesso, dovendosi se del caso tutelare la parte in ragione del termine più breve ipotizzabile.
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TERMINI - Termine breve - Decorrenza - Notificazione telematica - Copia della sentenza priva di regolare attestazione di conformità - Idoneità - Condizioni.
ordinanza 28818, sezione Prima del 08-11-2019 (C.p.c. art. 327, 137 ) (L. 21.01.1994, n. 53, art. 9, 3)
La notificazione telematica della sentenza, mediante copia priva della regolare attestazione di conformità all’originale, ma la cui relata contenga l’indicazione della data di pubblicazione e l’attestazione che la stessa, originariamente, recava firma digitale, è idonea a far decorrere il termine breve per l’impugnazione, salvo che il destinatario deduca e dimostri che tale irregolarità abbia arrecato un pregiudizio alla conoscenza dell’atto e al concreto esercizio del diritto di difesa.
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Rinnovazione dell’atto di citazione - Notifica dell’atto vecchio e del verbale di udienza - Nullità - Motivi.
ordinanza 28810, sezione Terza del 08-11-2019 (C.p.c. art. 163, 164)
È nulla la rinnovazione della citazione in giudizio effettuata con il deposito dell’atto vecchio e il verbale di udienza che la dispone. La parte, infatti, non è ancora assistita dal difensore e ha diritto di sentirsi indicare in maniera chiara il termine entro cui deve costituirsi in giudizio. Né può pretendersi dal comune cittadino una conoscenza dei meccanismi processuali che lo induca a identificare nell’udienza di rinvio quella di nuova prima udienza.
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Spese processuali: vanno poste a carico di chi ha dato causa alla lite
Cassazione civile, sez. VI-3, ordinanza 11 novembre 2019, n. 29028
Poiché il principio della causalità si colloca a monte - come sua forma prodromica - rispetto al principio di soccombenza, che giunge a poi a concretizzarlo nell'esito effettivo del giudizio, emerge che chi, con il proprio comportamento, ha reso necessario il provvedimento della corte territoriale perseguito dalla controparte, instaurando il giudizio d'appello, diventa soccombente nella complessiva fattispecie, progressivamente formatasi, della decisione giurisdizionale. E’ quanto si legge nell’ordinanza della Cassazione dell’11 novembre 2019, n. 29028.
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SPESE GIUDIZIALI
Oggetto: Difensore - Compenso - Riduzione al 50 per cento - Questione già risolta con sentenze della Corte di cassazione - Utile conseguito dall’assistito - Sussiste.
ordinanza 29212, sezione Sesta – L del 12-11-2019 (C.c. art. 2233 ) (D.m. 10.03.2014 , n. 55, art. 4)
Deve ritenersi legittima la riduzione al 50 per cento del compenso richiesto dal difensore laddove l’esercizio del potere discrezionale da parte del giudice del merito è giustificato non sul presupposto della «identità della posizione processuale dei vari soggetti» e dell’assenza di «specifiche e distinte questioni di diritto» ma in ragione del più lato criterio della non «particolare difficoltà della questione trattata, in quanto già risolta con sentenze della Corte di cassazione nonché del risultato utile conseguito dall’assistito che comunque visto respinta una delle domande proposte.
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RESPONSABILITÀ CIVILE
Oggetto: Avvocati - Legale incaricato di costituirsi nel processo penale - Ampiezza del mandato - Obbligo di interrompere la prescrizione dell’azione civile - Sussistenza - Motivi.
ordinanza 29353, sezione Terza del 13-11-2019
In tema di responsabilità professionale, l’avvocato incaricato di costituirsi nel processo penale deve interrompere la prescrizione dell’azione civile. Infatti la procura alle liti conferita in termini ampi attribuisce al difensore il potere di esperire tutte le iniziative atte a tutelare l’interesse del proprio assistito.
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AVVOCATO E PROCURATORE
Oggetto: Compenso - Giudizio sulla liquidazione - Cliente - Contestazione dell’an e del quantum - Fattispecie.
ordinanza 29691, sezione Sesta - 2 del 14-11-2019
Nel giudizio di liquidazione del compenso in favore dell’avvocato deve ritenersi che se il cliente non contesta che l’avvocato abbia seguito per suo conto un determinato giudizio - in caso di attività giudiziale - o svolto una certa prestazione di assistenza e consulenza - in caso di attività stragiudiziale - non v’è contestazione sull’an della domanda di liquidazione del compenso. Del pari, se il cliente non contesta che il professionista abbia seguito determinate fasi o attività, né il valore del giudizio o della prestazione stragiudiziale che è stato indicato dal professionista, va ritenuto non contestato anche il quantum. La domanda di risarcimento del danno per negligenza o erroneità dei consigli ricevuti dall’avvocato è invece fondata su altro titolo, onde la sua formulazione non implica necessariamente contestazione su an e quantum della pretesa di pagamento del professionista.
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Avvocati - Parcella - Gratuito patrocinio - Prescrizione presuntiva - Non sussiste.
ordinanza 29543, sezione Sesta - 2 del 14-11-2019 (C.c. art. 2954, 2955, 2956)
Più tempo agli avvocati per riscuotere la parcella dalla pubblica amministrazione. Infatti, non si può invocare la prescrizione presuntiva del credito del legale per il gratuito patrocinio.
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Compenso Avvocati: se manca l’accordo tra le parti è determinato discrezionalmente dal Giudice
Cassazione civile, sez. lav., 12 novembre 2019, n. 29212
Secondo la Cassazione, ordinanza 12 novembre 2019, n. 29212, l'art. 2233 c.c., nella parte in cui dispone che, in mancanza di accordo tra le parti, il compenso è determinato dal giudice in base alle tariffe, attribuisce un potere discrezionale al giudice che, se congruamente motivato ed esercitato in conformità alle tariffe professionali, è insindacabile in cassazione.
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Opposizione a decreto ingiuntivo e rito avvocati ex art. 14 del D.lgs. n. 150 del 2011
Tribunale di Bergamo, sentenza n. 2082 del 2019. Est. Tommaso Del Giudice
L'opposizione con citazione ex art. 645 cod. proc. civ. avverso l'ingiunzione chiesta ed ottenuta dall'avvocato, ai sensi dell'art. 14 del D.lgs. n. 150/2011, nei confronti del proprio cliente, ai fini del pagamento degli onorari e delle spese dovute, anziché con ricorso, è da reputare utilmente esperita qualora l'atto di citazione in opposizione sia stato comunque notificato entro il termine di quaranta giorni dal dì della notificazione dell'ingiunzione di pagamento.
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Avvocato - Onorari - Tariffe professionali - Minimi tariffari ex art. 24 della l. n. 794 del 1942 - Rinuncia - Ammissibilità - Condizioni - Conclusione di convenzione in deroga ai minimi - Rinuncia “in re ipsa” - Esclusione
Cassazione civile, sez. II, 14 Ottobre 2019, n. 25830. Pres. Giusti. Est. Cosentino.
La rinuncia dell'avvocato al diritto al compenso non inferiore ai minimi tariffari inderogabili ex art. 24 I. n. 794 del 1942 postula la piena consapevolezza, da parte del rinunciante, dell'oggetto della rinuncia medesima e si risolve in una volizione ulteriore e distinta rispetto a quella espressa nella pattuizione che fissa il compenso in misura inferiore ai minimi; cosicché detta rinuncia, pur potendo manifestarsi per fatti concludenti, non può ravvisarsi "in re ipsa" nel fatto stesso della conclusione della convenzione che direttamente o indirettamente deroga a tali minimi. (massima ufficiale)
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Avvocato - Onorari - Tariffe professionali - Convenzione tra un'associazione sindacale ed un avvocato per la difesa dei lavoratori - Gratuità dell'incarico - Natura ed effetti - Configurabilità di una rinuncia preventiva dell'avvocato alle proprie spettanze - Nullità della convenzioneEsclusione - Fondamento
Cassazione civile, sez. II, 16 Ottobre 2019, n. 26212. Pres. Maria Rosaria San Giorgio. Est. Tedesco.
La convenzione stipulata fra un'associazione sindacale di lavoratori ed un avvocato o procuratore, la quale preveda che quest'ultimo difenda in giudizio gli assistiti percependo il solo importo delle spese, competenze ed onorari liquidati dal giudice in caso di vittoria, è idonea a vincolare il professionista nei confronti del lavoratore che gli conferisca l'incarico della difesa in giudizio, nel presupposto della qualità di assistito del predetto sindacato ed in riferimento a quella convenzione, secondo la disciplina del contratto a favore di terzo, di cui all'art. 1411 c.c. e, quindi, indipendentemente sia da un'accettazione della convenzione da parte del lavoratore stesso (la quale rileva al diverso fine di rendere irrevocabile il beneficio da parte dello stipulante), sia da un'ulteriore specifica manifestazione di volontà nei suoi confronti da parte del professionista medesimo. Peraltro, la circostanza che la suddetta convenzione possa tradursi, in caso di conclusione del giudizio con esito sfavorevole o compensazione delle spese, in una rinuncia preventiva dell'avvocato o procuratore alle proprie spettanze, non ne comporta la nullità, per violazione del principio dell'inderogabilità dei minimi tariffari (art. 24 l. n.794 del 1942), qualora tale rinuncia risulti giustificata da un fine di liberalità od uno spirito di solidarietà sociale, meritevole di tutela, e non si presenti come mero strumento del legale per conseguire maggiori vantaggi economici attraverso un non consentito accaparramento di affari futuri. (massima ufficiale)
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AVVOCATO E PROCURATORE
Oggetto: Avvocati - Credito professionale - Prescrizione presuntiva - Decorrenza.
sentenza 29875, sezione Seconda del 18-11-2019 (C.c. art. 2957, 2959)
La prescrizione presuntiva del credito dell’avvocato decorre dalla fine della prestazione anche se il legale segue il cliente in relazione ad altre pratiche. Ma non basta: l’istituto si applica anche in presenza di una procura ad litem.
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NOTIFICAZIONI
Oggetto: Indirizzo di posta elettronica certificata - Estratto dall’indice nazionale degli indirizzi Ini Pec - Inidoneità oggettiva - Inattendibilità - Non sussiste - Correzione di errore materiale - Sussiste
ordinanza 29749, sezione Sesta – 3 del 15-11-2019 (D.l. 24.06.2014, n. 90, art. 52) (D.l. 18.10.2012, n. 179, art. 16 sexies)
Deve essere corretto l’errore materiale contenuto nell’ordinanza 24160/19, pubblicata dalla sezione sesta - 3 della Cassazione, laddove parla di inidoneità oggettiva del registro Ini-Pec per l’estrazione degli indirizzi di posta elettronica per le notifiche in proprio da parte degli avvocati, facendo riferimento alla precedente ordinanza 3709/19 che dichiara inattendibile detto indice nazionale, provvedimento sul quale è in corso di pubblicazione un’ordinanza di correzione d’ufficio.
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NOTIFICAZIONI
Oggetto: Indirizzo di posta elettronica certificata - Estratto dall’indice nazionale degli indirizzi Ini Pec - Inidoneità oggettiva - Inattendibilità - Non sussiste - Correzione di errore materiale - Sussiste
ordinanza 29749, sezione Sesta – 3 del 15-11-2019 (D.l. 24.06.2014, n. 90, art. 52) (D.l. 18.10.2012, n. 179, art. 16 sexies)
Deve essere corretto l’errore materiale contenuto nell’ordinanza 24160/19, pubblicata dalla sezione sesta - 3 della Cassazione, laddove parla di inidoneità oggettiva del registro Ini-Pec per l’estrazione degli indirizzi di posta elettronica per le notifiche in proprio da parte degli avvocati, facendo riferimento alla precedente ordinanza 3709/19 che dichiara inattendibile detto indice nazionale, provvedimento sul quale è in corso di pubblicazione un’ordinanza di correzione d’ufficio.
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APPELLO
Oggetto: Progetto alternativo di sentenza - Trascrizione della sentenza impugnata - Necessità - Non sussiste.
ordinanza 29958, sezione Sesta - 3 del 19-11-2019 (C.p.c. art. 342)
Deve ritenersi che l’articolo 342 Cpc nella sua attuale formulazione non esiga dall’appellante alcun “progetto alternativo di sentenza” né alcun vacuo formalismo fine a sé stesso né alcuna trascrizione integrale o parziale della sentenza appellata o di parti di essa.
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Processo civile - Avvocati - Rinuncia al mandato - Per aver assunto le funzioni di Goa - Dichiarazione resa in udienza - Mancata prova della effettiva cancellazione - Interruzione del giudizio - Esclusione - Motivi.
ordinanza 30192, sezione Prima del 20-11-2019 (C.p.c. art. 301)
La rinuncia dell’avvocato al mandato per aver assunto le funzioni di Goa non interrompe il giudizio se manca la cancellazione. L’obbligo di riassunzione della causa presuppone infatti la certezza dell’evento e un provvedimento del Consiglio dell’Ordine.
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Tentata estorsione - Misura interdittiva - Divieto di esercitare la professione forense - Fattispecie
sentenza 47176, sezione Seconda del 20-11-2019 (C.p. art. 629)
Deve essere annullata la misura interdittiva del divieto di esercitare la professione forense per mesi sei disposta nei confronti dell’avvocato per tentata estorsione per aver formulato una richiesta risarcitoria a carico di un collega che l’ha difeso come sostituto processuale in un procedimento penale conclusosi con condanna, addebitando il primo al secondo gravi responsabilità professionali e deontologiche, dovendosi escludere la sussistenza del reato tentato ex articolo 629 Cp laddove alla richiesta non possono essere attribuite connotazioni di una tale violenza intimidatoria da annichilire le capacità reattive della parte offesa determinando l’annullamento della sua capacità.
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PREVIDENZA E ASSISTENZA
Oggetto: AVVOCATI E PROCURATORI - Contributi - Versamento parziale - Mancato accreditamento dell'annualità - Non sussiste.
sentenza 30421, sezione Lavoro del 21-11-2019 (L. 20.09.1980, N. 576, art. 2, 11, 20)
Deve escludersi l’inefficacia ai fini del calcolo della pensione di vecchiaia dell’avvocato di due annualità per le quali manca il pagamento del contributo minimo e parte di quello integrativo dal momento che nessuna norma della legge professionale prevede, come per i lavoratori dipendenti, che l’annualità non possa essere accreditata se i versamenti contributivi sono inferiori al dovuto, mentre detta patologia del sistema risulta superabile attraverso l’adozione di più rigorosi controlli sulle comunicazioni e sulle dichiarazioni inviate dagli iscritti, al fine di procedere tempestivamente a recupero di quanto dovuto e non versato
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Studio professionale associato - Soci - Assicurazione Inail - Obbligo - Non sussiste.
sentenza 30428, sezione Lavoro del 21-11-2019 (D.p.r. 30.06.1965, n. 1124, art. 1, 4, 9)
I professionisti componenti dello studio associato non sono soggetti all’obbligo di cui all’assicurazione obbligatoria per gli infortuni e le malattie professionale gestita dall’Inail, trattandosi di attività libero professionale resa in forma autonoma e non di attività manuale o di attività intellettuale di vigilanza sul lavoro altrui resa in regime di subordinazione
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Spese di giudizio - Richiesta di distrazione delle spese formulata dal legale - Rinuncia implicita al gratuito patrocinio - Esclusione - Motivi.
sentenza 30418, sezione Lavoro del 21-11-2019
La richiesta di distrazione delle spese avanzata dal legale non costituisce rinuncia implicita al gratuito patrocinio. L’ammissione al beneficio non rientra, infatti, nei poteri dispositivi del difensore e l’atto di rifiuto deve risultare in modo certo e univoco da una dichiarazione di parte. Senza contare poi che l’ammissione al gratuito patrocinio non ha a oggetto solo i compensi del difensore ma anche le spese per gli ausiliari del giudice e la prenotazione a debito del contributo unificato.
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Avvocato e procuratore - Cancellato retroattivamente dalla Cassa forense per incompatibilità - Contributi integrativi versati - Restituzione - Non sussiste.
sentenza 30571, sezione Lavoro del 22-11-2019 (L. 20.09.1980, n. 576, art. 11 e 22)
Deve escludersi la restituzione dei contributi integrativi versati dall’avvocato cancellato retroattivamente dalla Cassa forense per incompatibilità, dovendosi ritenere che l’obbligo del versamento del contributo integrativo sia strettamente inerente alla prestazione professionale resa in virtù dell’iscrizione all’albo professionale, tanto che il professionista può ripeterlo nei confronti del cliente, e che la restituzione di un contributo pagato al solo fine di solidarietà ne snaturerebbe il contenuto e sarebbe pure contrario ai principi costituzionali, poiché il fine solidaristico che caratterizza la previdenza forense non viene meno per effetto della cancellazione dell’iscritto
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PREVIDENZA E ASSISTENZA
Oggetto: Avvocato e procuratore - Contributi indebitamente versati - Restituzione - Previa domanda amministrativa alla Cassa forense - Improponibilità dell’azione giudiziale - Sussiste.
sentenza 30670, sezione Lavoro del 25-11-2019 (L. 20.09.1980, n. 576, art. 22) (L. 22.07.1975, n. 319, art. 3)
La previa domanda amministrativa è richiesta ogni qual volta sia fatto valere verso l’ente previdenziale un diritto dapprima non riconosciuto o esercitato, e ciò al fine di consentire, con effetto deflattivo rispetto al contenzioso giudiziario, l’antecedente valutazione amministrativa della pretesa: ne consegue che la domanda giudiziale dell’avvocato non è proponibile se non risulta prima richiesta alla Cassa forense la restituzione di contributi indebitamente versati, sia che si tratti di annualità che di intera posizione previdenziale.
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Avvocato - Patto di quota lite con il cliente - Determinazione del compenso - Trattativa individuale sulla base delle aspettative di vittoria e del valore della causa - Insussistenza - Natura vessatoria - Sussiste.
ordinanza 30837, sezione Seconda del 26-11-2019 (C.c. art. 1261, 2233 ) (D.L. 04.07.2006, n. 223, art. 2) (D.Lgs. 06.09.2005, n. 206, art. 33, 34) (L. 31.12.2012, n. 247, art. 13)
Deve ritenersi vessatoria la clausola con il patto di quota lite fra il cliente e l’avvocato dovendosi ritenere non congruo il compenso laddove, al di là della previsione per iscritto, il contratto non chiarisce se vi sia una trattativa individuale per la determinazione del compenso sulla base delle aspettative di vittoria e del valore della causa.
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Contratto d’opera - Avvocato di una banca - richiesta di più decreti ingiuntivi per crediti vantati nei confronti dell’istituto - Improcedibilità della domanda - Sussistenza - Motivi.
ordinanza 31308, sezione Seconda del 29-11-2019
L’avvocato non può chiedere più decreti ingiuntivi per i crediti vantati nei confronti della stessa banca. Il divieto di parcellizzazione, infatti, rende improponibile la domanda ma non intacca l’esistenza e il quantum della somma vantata.
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Valida l’impugnazione senza la firma del difensore se è possibile risalire aliunde all’autore dell'atto
Cassazione penale, sezione IV, sentenza 14 novembre 2019, n. 46238
Pronunciandosi su un ricorso proposto avverso la ordinanza con cui il tribunale del riesame aveva dichiarato inammissibile l’istanza proposta dall’indagato a mezzo del suo difensore, ritenendo non riferibile all’avvocato l’atto sottoscritto, la Corte di Cassazione (sentenza 14 novembre 2019, n. 46238) – nell’accogliere la tesi difensiva secondo cui dovevano escludersi profili di inammissibilita' della impugnazione quando la identita' della persona che materialmente la presenta risulti desumibile dal complessivo esame del documento - ha infatti ribadito che deve invero ritenersi rituale l'atto di impugnazione privo della sottoscrizione del difensore ove sia possibile risalire "aliunde" al sottoscrittore come autore dell'atto, in quanto non e' necessaria una forma o collocazione particolare di tale sottoscrizione.
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Falso avvocato: anche l’attività stragiudiziale integra l’abusivo esercizio della professione
Cassazione penale, sezione II, sentenza 19 novembre 2019, n. 46865
In tema di reati contro la pubblica amministrazione, l'abusiva e diffusa spendita dell'inesistente titolo professionale di avvocato, accompagnata dallo svolgimento di una protratta attivita' di consulenza e mediazione legale fino alla liquidazione dei danni relativi a due sinistri, i cui importi venivano incassati anche in forza di una procura speciale falsa all'uopo formata, costituisce condotta integrante il reato di abusivo esercizio della professione (art. 348, c.p), laddove l'attivita' illecita sia sostenuta dall'artificiosa creazione e dal successivo mantenimento di un rapporto fiduciario con i clienti, avente le caratteristiche di continuita', onerosita' e prestazione di mezzi e asserite competenze tipiche dell'esercizio della professione legale (Cass. pen. sez. II, sentenza 19 novembre 2019, n. 46865).
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Processo civile – Notifica dell’atto di appello – Omissione addebitabile a virus informatico – Rimessione in termini
Cassazione civile, sez. IV, lavoro, 15 Novembre 2019, n. 29757. Pres., est. Patti.
Qualora l’atto di appello non venga notificato a causa di un virus informatico, l’avvocato deve chiedere tempestivamente la rimessione in termini. (Redazione IL CASO.it)
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Avvocato procuratore - Onorari - Opposizione ad ingiunzione con atto di citazione - Rispetto del termine di 40 giorni di cui all’art. 641 c.p.c. - Conseguenze
Cassazione civile, sez. II, 26 Settembre 2019, n. 24069. Pres. D'Ascola. Est. Abete.
L'opposizione ex art. 645 c.p.c. avverso l'ingiunzione ottenuta dall'avvocato nei confronti del proprio cliente ai fini del pagamento degli onorari e delle spese dovute, ai sensi del combinato disposto degli artt. 28 della l.n. 794 del 1942, 633 c.p.c. e 14 del d.lgs. n. 150 del 2011, proposta con atto di citazione, anziché con ricorso ai sensi dell'art. 702 bis c.p.c. e dell'art. 14 del d.lgs. n. 150 del 2011, è da reputare utilmente esperita qualora la citazione sia stata comunque notificata entro il termine di quaranta giorni - di cui all'art. 641 c.p.c. - dal dì della notificazione dell'ingiunzione di pagamento. In tale evenienza, ai sensi dell'art. 4, comma 5, del d.lgs. n. 150 del 2011, gli effetti sostanziali e processuali correlati alla proposizione dell'opposizione si producono alla stregua del rito tempestivamente attivato, ancorché erroneamente prescelto, per cui il giudice adito deve disporre con ordinanza il mutamento del rito, ai sensi dell'art. 4, comma 1, del d.lgs. n. 150 del 2011. (massima ufficiale)
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Cassa nazionale di assistenza e previdenza forense - Obbligo di comunicazione dei redditi percepiti - Sanzione amministrativa pecuniaria ex art. 17, comma 4, della l. n. 576 del 1980 - Prescrizione quinquennale - Decorrenza
Cassazione civile, sez. IV, lavoro, 28 Ottobre 2019, n. 27509. Pres. Manna. Est. Rossana Mancino.
Il termine quinquennale di prescrizione della sanzione amministrativa pecuniaria, prevista dall'art. 17, comma 4, primo periodo, della l. n. 576 del 1980, per l'inottemperanza all'obbligo di comunicazione alla Cassa nazionale di previdenza e assistenza forense dell'ammontare del reddito professionale percepito, decorre dal giorno in cui è stata commessa la violazione, ovvero dalla scadenza del termine di trenta giorni dalla data prescritta per la presentazione della dichiarazione annuale dei redditi. (massima ufficiale)